martedì 22 maggio 2012

cronaca domestica del #terremoto (2)


Intanto cominciava ad albeggiare. Ci siamo fatti coraggio e siamo risaliti per accendere la televisione. Abbiamo alzato il volume, aperto le finestre e siamo tornati in giardino ad ascoltare le notizie. Si sentivano i primi timidi annunci sul terremoto e poi una quantità di approssimazioni quasi inquietanti. "L'epicentro sembra essere tra Modena e Rovigo" Ma tra Modena e Rovigo ci siamo noi... Boh... Poi un'altra: "l'epicentro è a 36 km a Nord di Bologna". Anche in questo caso ci siamo noi. Perché non dicono "l'epicentro è in provincia di Ferrara? Nel corso della giornata ne abbiamo sentite di tutti  colori: nomi dei Comuni storpiati (Bandeno, Bandano). Paesi attribuiti a Province diverse dalla loro. Poi l'esclusione di vittime, poi i numeri che si rincorrono. Siamo risaliti in casa con molta precauzione e abbiamo cercato di ricostruire i danni. Polvere e pezzi di intonaco in giro ovunque ma nessun danno strutturale, ci sembra. A parte una crepa nell'arco di un muro portante (sotto il quale, per un nanosecondo avevamo pensato di metterci alla prima scossa). Intanto alla televisione parlano di baricentro tra Modena e Ferrrara ma mi accorgo che la macchina sfondata da una pigna di pietra che viene proiettata di continuo si trova accanto al Parco Pareschi, a 80 metri da qui.
In casa, gli unici danni sono alle suppellettili, non ovunque, non in maniera uguale. Dalla credenza in soggiorno è caduta una pirofila di vetro e si è rotta a terra spargendo schegge ovunque. A un metro di distanza un termometro di vetro alto e sottile appoggiato su un mobile non si è neppure mosso. La mia raccolta di cd è appoggiata su tre scaffalature una a fianco all'altra. La prima si è svuotata, i 500 cd sono tutti a terra aperti e svuotati (e in parte gli involucri rotti). Nelle altre scaffalature i cd sono tutti al loro posto, non ne è scivolato a terra nemmeno uno. Da una trave è caduta una barchetta di legno (le altre no). Dalla trave vicino al letto è caduta la statuetta di Tin Tin e si è rotta la testa e un piede (aggiustabile), anche una cariatide di gesso sulla liberia si è spezzata la testa. sono caduti dei quadri. In cucina qualche tazza rotta e una bottiglia di aceto balsamico. Insomma, danni veri in casa nessuno. Ma un danno psicologico che crescerà nella giornata invece che calare. L'idea di non essere sicuri a casa propria è devastante. Siamo abituati da millenni che chiudiamo i rischi fuori dalla porta. Invece il terremoto porta i rischi dentro: soprattutto dentro.
Con molta precauzione e l'orecchio teso facciamo colazione in cucina. Poi decidiamo di vestirci decentemente e andare a fare un giro in città a vedere la gravità dei danni. Saranno le 10, massimo le 11. Le persone sono rientrate in casa (Paco e Pepe non si vedono: due sfollati in più). Ci accorgiamo subito che i vigili del fuoco hanno già delimitato le aree pericolanti (dove è catuta qualche tegola o pezzi di cornicione o pinnacoli o camini dai palazzi storici). Mi sembra che il lavoro di ricognizione sia già stato fatto quasi ovunqua: anche nel nostro vicolo. La mia impressione è che ci siano molti danni diffusi, ma non gravissimi. Almeno in città. E la fortuna che la scossa sia stata di notte.
Torniamo a casa. Dalla televisione capiamo che a Sant'Agostino  e a Finale le cose sono andate peggio. Il Municipio di Sant'Agostino sembra squarciato. La vecchia torre estenze spezzata in due (e poi abbattuta totalmente dalla seconda scossa forte del pomeriggio)
Ci è passata la paura (anche se resta il ricordo di quell'istante di terrore alle 4.04) e cominciamo a pulire in casa: raccogliere i vetri, i pezzi di intonaco e soprattutto la polvere. Alla televisione  spiegano che sono caduti dei capannoni industriali e che ci sono delle vittime: operai che lavoravano nel turno di notte. Proiettano le immagini: i capannoni sono totalmente crollati, il tetto è precipitato a terra intatto. Non hanno tenuto i montanti: è incredibile!

Erano capannoni nuovi! Non è possibile che accada. Sono stati costruiti male! O male utilizzati. Non c'è altro da pensare e da dire. E' una vergogna.
Torna mia sorella e decidiamo di mangiare qualcosa in cucina. Siamo subito interrotti da una nuova scossa ma non confrontabile con quella notturna. Ricominciamo a mangiare. Poi mia sorella torna a casa sua e noi ci mettiamo a riposare perché siamo stanchi e insonni. Ma alle 15.40 schizziamo di nuovo in piedi e scappiamo in giardino. Basta! non si riesce a stare in casa. Decidiamo di fare un giro in macchina. I nostri vicini sono di uovo nel vicolo. Andiamo fuori città a dare un'occhiata. Comincia a piovere. Andiamo a vedere il nuovo ospedale di Cona (appena aperto). Per fortuna è assolutamente intatto perché sottoposto a normativa antisismica. Parlo al telefono con amici amministratori che mi dicono di averlo già  utilizzato per ricoverare anziani provenienti da strutture danneggiate o a rischio. In città ci sembra ci sia molto controllo dei pompieri, della protezione civile, dei vigili urbani. La situazione ora sembra tranquilla. Torniamo a casa. Finiamo di sistemare le cose. Ci arriva una telefonata che dice che in Via Bologna "l'esercito sta consigliando la gente di non dormire a casa". Non dormire a casa? l'esercito? sono impazziti... Mando un messaggio al sindaco. Tiziano gentilmente richiama subito per dirmi che è una notizia assolutamente falsa che qualcuno ha messo in giro su Face Book e che il Comune sta cercando di smentire nel modo più assoluto. Ci sono persone che sono già state ricoverate in alcuni centri perché vengono da edifici a rischio ben individuati, non altro. Lo ringrazio.   
Il capo nazionale della protezione civile presente in città dice la cosa più sensata e anche più desolante: "non c'è alcuna garanzia che le scosse siano finite e che le prossime saranno più deboli delle prime".
Mia sorella è tornata da noi con la valigia. Deve andare a Verona da sua figlia e ha deciso di anticipare la partenza. Ci ragioniamo sopra. Domani io devo essere al lavoro a Roma, Eileen a Milano. L'idea di stare sul chi vive tutta la notte in attesa di una nuova scossa (e magari scappare in giardino sotto la pioggia) non ci piace. Decidiamo di mangiare in fretta e andare a Milano in macchina. Dormiremo lì e poi domani ognuno andrà dove deve.
Prepariamo le valige e partiamo. Non prima di aver messo dei croccantini in un angolo riparato del giardino dove Paco e Pepe potrebbero cercarli e aver lasciato scatolette varie al vicino di casa in fondo al parco (dove pure i fratelli ogni tanto passano a far visita) e aver allertato un vicino di casa del vicolo.
Siamo in macchina per Milano: chissà se ci conteranno tra gli sfollati.
Piove molto ma almeno stiamo tranquilli. Mia sorella per tranquillizzarci dice che perché si rompa l'autostrada il terremoto deve essere davvero molto forte. Però non vediamo passare nemmeno un Eurostar per tutto il tragitto. Domenica notte altre scosse.
Lunedì sera con un ponte telefonico (Ferrara, Tunisi, Milano, Roma) veniamo a sapere che sono finalmente stati avvistati i due mici nel vicolo vicino a casa loro.   

1 commento:

  1. fammi sapere dei cd rotti. Se ce li ho te ne fo una copia...

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